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E’ possibile introdurre prodotti locali nelle mense delle scuole e delle RSA?

Aggiornamento: 9 ago 2023


1. Introduzione e Presentazioni

Questa è la prima iniziativa della costituenda “Comunità del Cibo per una Martesana verde e solidale”, un progetto di ESM (Economia Solidale Martesana), una rete composta da Associazioni regolarmente costituire e informali, Coop. Sociali, GAS (Gruppo Acquisto Solidale), il GIT (Gruppo Iniziativa Territoriale) di Banca Etica, dalle ACLI della Martesana e piccole Aziende Agricole.

ESM attraverso il progetto Comunità del Cibo cerca di applicare a livello territoriale l’articolo 13 della legge: ‘Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare’ (194/2015), chiamato ‘Comunità del Cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare’ che dice: “Al fine di sensibilizzare la popolazione e sostenere produzioni agrarie e alimentari si possono promuovere, senza oneri per la finanza pubblica, l'istituzione di comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, derivanti da accordi tra agricoltori locali, gruppi di acquisto solidale, istituti scolastici e universitari, associazioni per la tutela della qualità della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, mense scolastiche, ospedali, esercizi di ristorazione, esercizi commerciali, piccole e medie imprese artigiane di trasformazione agraria e alimentare, nonché enti pubblici”.

Con questa iniziativa, che abbiamo chiamato: “E’ possibile introdurre prodotti locali nelle mense delle scuole e delle RSA?”, vogliamo sostenere e valorizzare, nella costruzione di un’economia più equa, attenta all’ambiente e alla persona, quelle realtà agricole presenti in Martesana, alcune con una storia alle spalle, altre di giovani imprenditori, mettendole in contatto con le amministrazioni comunali e i consigli di gestione delle RSA.

Il Prof. Roberto Spigarolo, dottore di ricerca in Ecologia Agraria e direttore di AIDA (Associazione Italiana Di Agroecologia) che ha maturato una lunga esperienza nel campo dei sistemi di approvvigionamento per la ristorazione collettiva, ci presenterà buone pratiche ed esempi concreti


2. Agricoltura: Mercati Globali e Mercati Locali

In questo caso “il mercato” è da intendersi come luogo non fisico dove si incontrano la domanda e l’offerta di determinati beni e servizi. Per mercato globale si intende uno scambio di beni o servizi che si estende oltre i confini nazionali per comprendere il mondo intero o quasi il mondo intero. Nel mercato locale lo scambio avviene in una singola zona o in un determinato territorio.

Nei Paesi occidentali l’agricoltura produce principalmente beni destinati al mercato globale e all’industria agroalimentare, tanto che solo il 20% della produzione viene commercializzato localmente. Esiste anche uno squilibrio di rapporti economici e di forza all’interno della filiera, dove gli agricoltori trattengono una quota contenuta, attorno a 16%, del valore prodotto dall’intera filiera agroalimentare.


3. Costo Movimentazione Prodotti Agricoli e Filiere Corte Territoriali

Le voci di costo per la movimentazione delle merci, soprattutto di quelle agricole che hanno un prezzo di mercato contenuto, rappresentano un limite, soprattutto in termini di consumo di carburanti fossili con il conseguente aumento di gas serra.

Questo aspetto dovrebbe spingere la richiesta locale del settore agroalimentare verso uno sviluppo di filiere corte a scala territoriale.


4. Sistemi Agroalimentari Locali e Ristorazione Istituzionale

Il Sistema Agroalimentare Locale (SAL) può essere identificato nelle attività, in un determinato territorio, legate alla produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione di prodotti agroalimentari. I SAL che, per prima cosa, incoraggiano la collaborazione e la rete tra imprese, sono anche in grado di trattenere la maggior parte del valore aggiunto nel luogo stesso in cui avvengono le attività e possono essere il volano per lo sviluppo locale sotto il profilo economico, occupazionale, sociale, culturale e ambientale. Grazie anche ai sistemi agroalimentari locali si riescono a recuperare e conservare le tradizioni locali legate al cibo.

Il canale distributivo di maggiore interesse per i SAL è la ristorazione istituzionale, perché in grado di assorbire una quota importante dell’offerta di prodotto alimentare territoriale e inoltre propone menù considerando la stagionalità, rendendo particolarmente interessante il rapporto diretto con le produzioni locali.


5. Ristorazione Istituzionale e Public Procurement

La Ristorazione Istituzionale è quel sevizio rivolto alla scuola primaria, agli asili nido, alle realtà socio assistenziale (RSA) e agli ospedali. I menù sono prefissati, così sapendo in anticipo quanto verrà consumato è possibile organizzare e programmare gli acquisti.

La Ristorazione Istituzionale, e quella scolastica in particolare, rappresentano un punto di incontro importante fra produzione e consumo, un servizio in cui le amministrazioni pubbliche e la scuola sono investite di grande responsabilità, dove la partecipazione dei genitori e dei cittadini nelle scelte, tramite la commissione mensa, riveste particolare importanza e rappresenta inoltre un importante sbocco di mercato per i produttori.

Il termine Public Procurement è utilizzato per identificare quella parte di spesa pubblica destinata all’acquisto diretto di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione ed è in sostanza una leva di politica economica di particolare rilievo specialmente se associato a temi ambientali e sociali. Come ad esempio l’utilizzo di prodotti biologici e locali nella ristorazione collettiva, così da valorizzare l’agricoltura sostenibile e l’educazione alimentare nella scuola primaria per promuovere il consumo consapevole.


6. La Strategia UE Farm To Fork

La strategia “Farm to Fork” è il piano decennale messo a punto dalla Commissione Europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. È la prima volta che l’Unione Europea progetta una politica alimentare che propone misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando per la distribuzione. L’obiettivo di fondo è rendere i sistemi alimentari europei più sostenibili di quanto lo siano oggi.

Gli obiettivi principali della strategia “Farm to Fork”: - avere un impatto ambientale neutro o positivo; - contribuire a mitigare il cambiamento climatico; - invertire la perdita di biodiversità; - garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica, assicurando che tutti abbiano accesso a cibo sufficiente, sicuro, nutriente e sostenibile; - preservare l'accessibilità economica degli alimenti generando nel contempo ritorni economici più equi.


7. Progetto Bioregione e Dati Complessivi Sulla Ristorazione Pubblica Lombarda

Il “Progetto Bioregione” intende “promuovere uno sviluppo locale sostenibile mediante l'organizzazione territoriale della domanda e dell'offerta di prodotti alimentari, attraverso il sistema dei consumi collettivi”. È un progetto dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali. Un progetto realizzato in regione Lombardia tra il 2016 e il 2018 e cofinanziato da Fondazione Cariplo.

Risultati conseguiti: - censimento di tutti i punti di consumo della ristorazione istituzionale (scolastica, ospedaliera, socioassistenziale, prima infanzia) con rilevazione del numero di pasti/giornate alimentari; - creazione di un database georeferenziato delle produzioni agroalimentari locali e dei consumi collettivi di tutta la ristorazione istituzionale regionale, che comprende sia gli aspetti quantitativi (kg prodotti – kg consumati delle principali referenze) sia quelli qualitativi (filiere di provenienza: convenzionale e biologica). I dati sono disponibili a livello comunale; - confronto tra produzione e consumi collettivi e calcolo del grado di autoapprovvigionamento potenziale dei principali prodotti alimentari utilizzati nell’ambito della ristorazione istituzionale; - misurazione della quantità e della tipologia di scarti dei pasti in diverse tipologie di ristorazione; - creazione di un modello per l’analisi dei flussi di energia e degli impatti ambientali sulla filiera; - analisi e comparazione delle cartografie territoriali di descrizione d'uso del suolo; - avvio di processi di interazione con attori istituzionali, economici e sociali per validare e utilizzare le informazioni raccolte e organizzate nelle diverse attività della ricerca.

I numeri della ristorazione istituzionale lombarda: - ristorazione scolastica: 72.236.000 pasti annuali; - ristorazione prima infanzia (asili nido, micro nidi, centri prima infanzia, nidi famiglia): 28.101.000 pasti annuali; - ristorazione ospedaliera: 54.068.000 pasti annuali; - ristorazione socio assistenziale (RSA): 63.012.000 pasti annuali; - totale pasti annuali nella Ristorazione Istituzionale: 217.417.000


8. Definizione Di Prodotto Locale

Il prodotto locale ha un ciclo di produzione che si realizza interamente nell’ambito di un territorio delimitato, definito in base a un’area geografica, o a un raggio chilometrico prestabilito.

Per la Ristorazione Istituzionale è importante comprendere quale ampiezza considerare per definire quel determinato prodotto come locale, questo aspetto viene indicato a “geometria variabile”, in quanto dipende da alcuni fattori: - l’entità della domanda: per una grande città non è la stessa che per un piccolo Comune; - la tipologia di prodotto: la reperibilità locale dei diversi prodotti può essere diversificata (ci sono alcuni prodotti, come la frutta, la cui produzione è concentrata in alcune zone, magari lontane dai luoghi di consumo); - la filiera di provenienza: la reperibilità di un prodotto, se proveniente dall’agricoltura convenzionale, può essere diversa da quella dello stesso prodotto proveniente dall’agricoltura biologica; - il ciclo di produzione: deve essere svolto interamente all’interno del territorio delimitato, allo scopo di ridurre al minimo gli spostamenti e di aumentarne la durata residua (importante soprattutto per i prodotti freschi).


9. Il Progetto BioPiace (ora AgriPiace) Della Provincia Di Piacenza

Il Consorzio BioPiace è stato costituito nel 2002 grazie all’impegno di Coldiretti e di numerosi produttori agricoli. Nella provincia di Piacenza sono presenti più di 400 aziende agricole biologiche (soprattutto in collina e in montagna), al momento della costituzione del consorzio non esisteva una struttura organizzata dedicata alla commercializzazione dei prodotti.

Nel 2003 il Comune di Piacenza ha deciso di introdurre nelle proprie mense scolastiche i prodotti biologici e locali, individuando nel Consorzio BioPiace la struttura più indicata per portare avanti questa attività.

Nell’aprile 2011 è stato sottoscritto un protocollo tra Comune, Ausl e Camera di Commercio ai fini di avviare una gestione unitaria della ristorazione scolastica e di quella ospedaliera.

Il progetto ha funzionato così bene (dopo qualche difficoltà iniziale) da permettere al Consorzio BioPiace: - di diventare fornitori di 20 mense comunali della provincia di Piacenza; - di fornire prodotti non solo per le mense della città di Piacenza ma anche per i Comuni di Reggio Emilia e Modena; - di poter far crescere e sviluppare le aziende agricole interessate al progetto; - di sviluppare un sistema economico locale ad alta efficienza con ottime ricadute economiche sul territorio e sulle aziende interessate.


10. La Ristorazione Nei Comuni Della Martesana

La zona omogenea Adda-Martesana che geograficamente occupa la parte est di Città Metropolitana Milano, comprende 29 comuni: Basiano, Bellinzago Lombardo, Bussero, Cambiago, Carugate, Cassano d’Adda, Cassina de Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese, Gessate, Gorgonzola, Grezzago, Inzago, Liscate, Masate, Melzo, Pessano con Bornago, Pioltello, Pozzo d’Adda, Pozzuolo Martesana, Rodano, Segrate, Settala, Trezzano Rosa, Trezzo Sull’Adda, Trucazzano, Vaprio d’Adda, Vignate, Vimodrone.

La Ristorazione Istituzionale della Martesana, secondo i dati del Progetto Bioregione, eroga complessivamente 5.330.398 pasti annuali.

Grazie ai dati del Progetto Bioregione sappiamo che il territorio è in grado di produrre a sufficienza, per soddisfare le richieste della Ristorazione Istituzionale, le seguenti produzioni: ortaggi, frumento, riso, cereali, legumi, uova, carni bovine e suine.


11. Il Progetto Abbiatense - Magentino

Agenda 21 Est-Ticino e università hanno avviato nell’Abbiatense-Magentino, una zona omogenea a ovest di Milano di oltre una trentina di comuni per 251.000 abitanti, un progetto legato alla comprensione delle potenzialità produttive agricole/zootecniche e al possibile utilizzo di questi prodotti nella Ristorazione Istituzionale.

Oltre alle scuole sono state coinvolte le RSA, così che, attraverso l’acquisto collettivo per la ristorazione si è creata una sinergia importante sul territorio tra produzione e consumo.


12. Ristorazione e Territorio

Per radicare quelle buone pratiche che la Ristorazione Istituzionale se ben gestita può avviare in un determinato territorio, occorre creare zone omogenee in grado di raggruppare un numero sufficiente di abitanti e avvicinare l’offerta delle aziende agricole con le richieste della ristorazione.

Nell’area metropolitana di Milano sono stati avviati contatti tra aziende di ristorazione e distretti rurali nell’intento di attuare quelle norme che incentivano l’utilizzo di prodotti del territorio e biologici.

I distretti rurali, cinque nell’area metropolitana di Milano, sono sistemi produttivi caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea, che integrano attività agricole e altre attività locali, nonché produzioni di beni e servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.


13. Regione Lombardia e Ristorazione

La regione Lombardia, che non ha prodotto una propria legge regionale sulla Ristorazione Istituzionale, ma si è dotata di linee-guida in materia, ha raggiunto una qualità del servizio e dell’approvvigionamento dei prodotti tale da collocarsi ai livelli delle Regioni tradizionalmente considerate, a livello EU, come esempi da seguire.


14. Produzione e Trasporto Pasti

Un aspetto su cui lavorare è legato alla produzione e al trasporto dei pasti. Occorre guardare alle esperienze europee per trovare soluzioni virtuose.


15. Acqua e Ristorazione Scolastica

Anche in Lombardia, come avviene ormai in Italia e in tutta Europa, occorre favorire l’utilizzazione dell’acqua da acquedotto, sia per ragioni di maggior sicurezza sia per ridurre significativamente la massa di rifiuti non biodegradabili.

È necessario far leva su azioni di formazione/informazione rivolte agli utenti diretti (i bambini) e indiretti (i genitori) allo scopo di modificare la percezione negativa dell’acqua da acquedotto, attualmente molto diffusa, correlata sia a errate convinzioni in merito alla sicurezza sia a radicate abitudini.

L’obiettivo delle amministrazioni comunali è duplice: da una parte evitare lo spreco di acqua, perché molto spesso le bottigliette rimangono mezze piene e vanno comunque gettate; dall’altra, contribuire al percorso educativo ambientale plastic free.


16. Indagine Sugli Sprechi Nella Ristorazione

In Italia i pasti somministrati giornalmente attraverso il servizio di ristorazione scolastica risultano essere oltre 3 milioni, diventa quindi indispensabile porre attenzione allo spreco alimentare. L’avvio di servizi educativi da attuare nel contesto scolastico è una delle strategie formative dove insegnare ad attribuire il giusto valore al cibo.

Lo spreco che si verifica nelle mense scolastiche rientra in tre categorie: - spreco alimentare: ovvero cibo “cucinato e non servito”. Tutti gli alimenti avviati alla distribuzione che non sono stati distribuiti sono quindi potenzialmente riutilizzabili; - scarto alimentare: ovvero cibo “cucinato, servito e non mangiato”. Tutti gli alimenti somministrati che non sono stati consumati (lasciati nel piatto) non risultano riutilizzabili per l’alimentazione umana; - rifiuti alimentari: ovvero la somma degli sprechi e degli scarti.


17. Il Self-Service Nelle Mense Scolastiche

Il self-service negli ultimi anni inizia timidamente a far capolino nella ristorazione scolastica italiana. Questo tipo di servizio, oltre a comportare minori costi di personale, riduce significativamente anche gli scarti di consumo, in quanto i bambini tendono a regolare la quantità di cibo nel piatto in base alle loro esigenze.

Esperienze nord-europee hanno dimostrato che il self-service, se ben organizzato, tende a rendere più partecipi e consapevoli gli scolari rispetto al consumo di cibo.

L’uso del self-service nelle mense scolastiche lombarde è ancora quasi inesistente.


18. Il Ruolo Delle Commissioni Mensa

La Commissione Mensa è uno strumento partecipativo a disposizione dei genitori degli utenti del servizio di ristorazione scolastica, ha mandato di monitorare il gradimento del pasto consumato e vigilare sulla qualità del servizio, possiede un ruolo consultivo e propositivo nella definizione del menù scolastico e nella promozione dell’educazione alimentare.

La formazione delle Commissioni Mensa è un fattore fondamentale per garantire l’efficacia nel lavoro di proposizione e controllo.


19. Qualità Del Cibo e Educazione Alimentare

Aspetto, colore, forma, aroma, sapore, consistenza e caratteristiche ad essa collegate (fluidità, viscosità, friabilità), sono alcuni dei caratteri organolettici importanti e conosciuti che deve possedere un cibo di qualità. I sensi maggiormente coinvolti nella percezione di queste caratteristiche sono il gusto, l'olfatto e la vista.

L’educazione alimentare, in base alla definizione proposta dall’OMS e dalla FAO, è il processo informativo ed educativo per mezzo del quale si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui. Intraprendere un percorso nutrizionale di educazione alimentare serve, quindi, a favorire stili di vita sani valorizzando e integrando le tradizioni culinarie, le espressioni sociali, culturali, etiche e etniche dei soggetti coinvolti.


20. Prospettive Dei Prodotti Biologici e Locali Nella Ristorazione

L’incremento dell’uso dei prodotti biologici nelle mense scolastiche della Lombardia pare aver subito una battuta d’arresto negli ultimi 2-3 anni. Questo può essere dovuto al raggiungimento di una “soglia limite” per alcuni Comuni nei quali le referenze bio sono molte, per altri può essere imputato in buona parte al problema dei costi, che spesso si rivela essere più una percezione che una realtà.

Il trend attuale, a livello nazionale, mostra una notevole crescita della richiesta di prodotti locali/regionali, che inizia ad essere un fattore rilevante.

Dai dati emersi dall’indagine sulle mense scolastiche della Lombardia, risulta che oltre 2/3 dei Comuni (68,7%) dichiarano di voler aumentare o mantenere invariata la quantità di prodotti regionali e/o locali acquistati.


21. Integrazione Servizi Nella Ristorazione

Il servizio di ristorazione è fra quelli che più facilmente si presta a una condivisione su base territoriale. Si possono realizzare diverse forme di integrazione:

- Integrazione orizzontale: i Comuni medio-piccoli potrebbero ad esempio adottare capitolati d’appalto condivisi, fino a giungere a realizzare una gara intercomunale; condividere strutture come i centri cottura, spesso sottoutilizzati.

- Integrazione verticale: si possono studiare sul territorio forme di integrazione tra i diversi comparti della ristorazione istituzionale: scuole, ospedali, case di riposo, consentendo così di fare economia di scala e razionalizzare il servizio.

Lo sviluppo dell’integrazione dei servizi consente di razionalizzare i costi economici ed ambientali, di fare “massa critica” spuntando anche condizioni migliori sul mercato e condividendo strutture e risorse umane.


22. Food System Council

Non esiste una definizione né un modello unico di Food System Council, possiamo però dire che i Consigli del Cibo consistono in gruppi di persone (attori della filiera, consumatori, associazioni e terzo settore, soggetti istituzionali) coinvolte nella gestione del sistema alimentare del proprio territorio, che lavorano per rendere disponibile cibo sano, locale e sostenibile.

Il primo consiglio del cibo è nato negli Stati Uniti nel 1982 a Knoxville per combattere gli effetti di una recessione economica sul sistema di approvvigionamento alimentare locale.


23. Criteri Per La Costruzione Di Un Capitolato Di Una Mensa Pubblica

Può un cittadino incidere nella costruzione di un capitolato di una mensa pubblica?

Il capitolato nella Ristorazione Istituzionale è il documento nel quale vengono espressi i vincoli contrattuali tra fornitore e committente. È anche uno strumento per rendere chiari e trasparenti gli impegni dell’amministrazione pubblica, che ne assicura direttamente il rispetto attraverso monitoraggio e verifiche.

Il capitolato rappresenta un’occasione importante per definire requisiti e progettare azioni che, oltre a garantire la qualità igienico-nutrizionale degli alimenti, promuovano comportamenti alimentari corretti e perseguano obiettivi di tutela della salute collettiva e di salvaguardia dell’ambiente.


24. Formazione Commissione Mensa

Domanda: Come può un comune organizzare un corso di formazione per la Commissione Mensa? E come estendere la stessa pratica ai funzionari comunali che hanno il compito di stendere materialmente il capitolato?

Nella risposta il Prof. Spigarolo parla dei CAM. Cosa sono? I CAM (Criteri Ambientali Minimi) sono requisiti ambientali e socio-economici definiti dal Ministero dell’Ambiente per indirizzare gli Enti Pubblici nella selezione e scelta dei propri fornitori.


25. Ristorazione e Aziende Agricole Del Territorio

Intervento: dall’esperienza acquisita come Presidente della Commissione Mensa a Pioltello, i corsi di aggiornamento, obbligatori, vengono proposti a tutti i membri della commissione. I corsi sono pubblici. Vengono richiesti dal comune. La partecipazione è on-line, si può accedere al momento in cui arrivano le credenziali.

Sempre grazie all’intervento del comune, alla commissione mensa vengono proposte sessioni di aggiornamento periodico, generalmente annuale.

Domanda: interessante la proposta di unire i comuni per meglio organizzare il servizio di ristorazione e riuscire ad approvvigionarsi da aziende agricole del territorio, vedo però una criticità nei fornitori dei comuni: le aziende di ristorazione, diverse per ogni amministrazione e competitive tra loro, non credo riescano ad accordarsi e organizzare l’offerta dei piccoli produttori del territorio.

Seconda domanda: è realistico e possibile controllare le aziende agricole del territorio in caso diventino fornitori della ristorazione scolastica?


26. Ruolo Dei Distretti Rurali Nella Ristorazione Istituzionale

Intervento: abbiamo visto nelle slides alcuni esempi nei quali i distretti rurali hanno sperimentato l’utilizzo di prodotti locali nella ristorazione collettiva con Milano Ristorazione.

Abbiamo cinque distretti rurali nell’area metropolitana milanese. Un’area molto sensibile dal punto di vista della sostenibilità agricola. Un territorio in grado di far lavorare le aziende agricole con continuità così che riescano a mantiene questo importante tessuto verde, anche se qualcuno pensa che Milano e hinterland siano altre economie. È significativo che continui ad esiste un’economia agricola ancora viva, in grado di mantenere la produzione e gli agricoltori sul territorio, perché questi sono i custodi di un sistema urbano-rurale molto importante.

Domando: come vedi la potenzialità di far lavorare e interagire i distretti rurali, che sommano circa 200 aziende per una copertura di territorio dai 12 ai 15 mila ettari, in relazione a sensibilizzare i comuni e una serie di utenti, affinché siano loro stessi i riferimenti per i prodotti locali, con logistica zero e quanto è stato proposto oggi?

Ricordando che è appena arrivato il riconoscimento per il distretto rurale di San Colombano.

Dobbiamo continuare a far vivere questo sistema perché mantiene il territorio.


27. Assessore Alla Pubblica Istruzione e Ristorazione

Assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Cassina de Pecchi: proprio ieri sera è stato organizzato un incontro informale con la nostra commissione mensa, presente anche lo staff dell’azienda che gestisce la ristorazione scolastica. Sapendo di quest’incontro i membri della commissione hanno sollecitato l’attivazione di un menù con produzioni territoriali, come se fosse semplice, o come se un comune può rispondere a questa richiesta sollecitando il proprio gestore all’acquisto di prodotti a km 0. Abbiamo appena visto che non è possibile. Anche la risposta data dal gestore della mensa sottolineava l’importanza dell’organizzazione, servono approvvigionamenti costanti nel tempo e una gestione logistica adeguata. Un piccolo produttore locale non potrà mai dare le risposte che necessita una struttura che ha bisogni di forti approvvigionamenti.

Quindi la domanda è: la scintilla come la facciamo scoccare? Abbiamo visto che servono tre anni, due se siamo bravi, ma chi è in grado di attivare questo processo: il consorzio Martesana che si deve creare? I Comuni? Anche se vedo difficile che i comuni della Martesana si uniscano per costruire un unico bando per una unica gestione della ristorazione. Vedo delle complicazioni in questo senso, mentre trovo più semplice la creazione di un consorzio a cui i vari comuni o i vari gestori si possono rivolgere.


28. Ancora Sul Distretto Rurale e Esperienze Europee

Un breve accenno all’esperienza di “Comunità del Cibo Martesana” e ESM (Economia Solidale Martesana) nell’interlocuzione con il distretto rurale di riferimento per il territorio.

Alcuni modelli di costruzioni di reti in Europa che uniscono produzioni territoriali e ristorazione pubblica: Andalusia, Camargue, Olanda, Germania.


29. Piccole Aziende Agricole e Ristorazione

Piccolo Agricoltore.

Nella nostra costituenda Comunità del Cibo va chiarita la figura del piccolo agricoltore.

La presentazione di questa mattina è stata chiarissima, sono venuto a questo incontro con grande interesse, vado a casa con le ruote sgonfie ma con le idee chiare.

Nel senso che, se per agricoltore si intende il piccolo produttore locale, soltanto a vedere una proposta di questo tipo, penso che non potrò mai avvicinarmi …

Nel mio piccolo ho costruito la mia filiera dalla campagna al formaggio, vivo di vendita diretta, ma non avrò mai i numeri per approcciare Milano Ristorazione, conosco abbastanza bene il settore e conosco solo una realtà agricola singola che ha i numeri per poter avvicinarsi a Milano Ristorazione.

I numeri della ristorazione in Martesana, anche se sono un quarto della città di Milano, sono numeri importanti.

In realtà, secondo me, andrebbero coinvolte nella Comunità del Cibo, o comunque in approccio ad un possibile accordo per la ristorazione, quelle realtà agricole cooperative presenti sul territorio, io conosco il settore lattiero-caseario, che raggruppano un numero importante di produttori e che potrebbero tradurre il fabbisogno di numeri importanti in una risposta di prodotto dal territorio. Così che, di conseguenza, viene coinvolto anche al singolo produttore, a cui possono arrivare i benefici di questo lavoro.

Pensare di coinvolgere direttamente il singolo piccolo produttore è una lotta impari, non a caso, mi sembra di aver capito che in BioPiace questo lavoro l’ha fatto Coldiretti …


30. Come Raccogliere Informazioni

Vorrei fare una domanda che forse non è sconnessa da quello che stiamo dicendo. Credo sia importantissimo creare un circuito informativo affidabile, dove le persone, che siano agricoltori, che siano amministratori, che siano cittadini o genitori, possano attingere informazioni, anche in termini, non tanto tecnici, ma d’idea.

Le idee devono circolare ed essere documentate anche attraverso newsletter, che offrono l’opportunità di approfondire, ma sono anche fonte di potenziale ricerca.

Quali sono i circuiti a cui ci possiamo appoggiare per avere informazioni su questi temi?

A me piacerebbe sapere se esistono dei passaggi intermedi capaci di raccontare esperienze. Faccio un esempio banale, mi è capitato di lavorare in Andalusia e per un periodo andarci due volte all’anno, regolarmente, avevo quindi notizie di questa esperienza andalusa, mentre non sapevo niente di BioPiace.

Canali che raccontano ….


31. Aziende Agricole Di Prossimità


32. Proposta Utilizzo Edifici Mercati Comunali

Una proposta da tempo inviata al comune di Milano prevede l’utilizzo di cinque edifici un tempo sede di mercati comunali, come luogo di vendita e promozione dei prodotti di quei distretti rurali inseriti nel contesto metropolitano milanese.


33. Chiusura e Facilitazione Nella Costruzione Di Reti Partecipate Territoriali

L’importanza della facilitazione nel costituire reti e progetti territoriali. Molto spesso questo aspetto viene curato da volontari, come è accaduto nella realizzazione della Comunità del Cibo della Martesana. In alcune regioni italiane il processo partecipativa viene sostenuto, anche economicamente, dalla regione.

Ad esempio la Regione Toscana si è dotata di una legge sulla partecipazione e di un’Autorità Regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione. Un organismo cui la legge regionale 46 del 2013 ("Dibattito pubblico regionale e promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali") affida il compito di promuovere la partecipazione dei cittadini nei processi dl costruzione delle politiche regionali e locali.

L’articolo 3 della legge 46/2013 regolamenta i sostegni economici ai processi partecipativi.



Ecco la presentazione completa del Prof. Roberto Spigarolo

Presentazione_Completa_Spigarolo_Vimodrone
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Per informazioni e contatti: esmartesana@gmail.com







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