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La Fiera di Santa Caterina: un appuntamento istituito il 24 ottobre 1785

Aggiornamento: 23 nov 2019

La Fiera di Santa Caterina: un appuntamento istituito il 24 ottobre 1785

“[…] La Fiera di Santa Caterina venne istituita in un periodo di grande progresso dell’agricoltura lombarda, specie nelle zone di pianura: si moltiplicavano le opere di irrigazione; si dissodavano terreni infruttiferi, aumentava la superficie coltivata a vite e, soprattutto, c’era un forte incremento della coltivazione del gelso e dell’allevamento del baco di seta.

[…] I progressi nell’agricoltura significavano anche nuove e migliori sementi, nuovi mezzi tecnici, più attenzione nella selezione degli animali oltre all’aumento del numero di capi. Un grande mercato agricolo era, allora, un’occasione importantissima per stare al passo con i tempi e migliorare la produzione locale.

Per quasi due secoli la Fiera di Santa Caterina fu dunque un notevole punto d’attrazione per tutti gli agricoltori del contado, che vi si recavano soprattutto per acquistare animali, sementi, attrezzi.

Agli inizi del Novecento, Fedelio Mattavelli ne dava la seguente pittoresca descrizione:

A Gorgonzola la gente, le famiglie, i contadini arrivavano dai vicini centri di buon mattino, la gran parte a piedi. La bruma del tempo novembrino li vedeva incappucciati e li faceva frettolosi per la voglia di arrivare primi per la scelta di quanto avevano da acquistare, in particolare coloro che dovevano portare a casa il suinetto.'


'[…] Nelle strade a nord del paese in bella mostra sostavano i bovini, gli equini e gli animali da cortile nonché bancarelle che smerciavano le sementi. Era possibile reperire - el sellèe - che riparava finimenti, basti, selle o vendeva quant’altro serviva ai cavalli. Tra i commercianti anche l’artigiano che fabbricava canestri, ceste, scope di saggina, setacci, ecc. Nonché il bottaio che esponeva botti, secchi di legno, tini...


I banchi di vendita più numerosi erano per le tele e le lane in concorrenza numerica con quelli che smerciavano i più svariati attrezzi agricoli quali aratri, zappe, rastrelli, falci, vanghe, ecc. In scarso numero gli ambulanti venditori di dolciumi, frutta e giocattoli.

[…] Qua e là si trovavano - el pulentatt - e - el castagnatt -. Il rione al di là del ponte di Cadrigo era riservato, come oggidì, ai maialini che stanziavano a centinaia, forse a migliaia, esposti dentro ad enormi cestoni di vimini od ammucchiati sulla paglia per terra in improvvisati recinti’. […]”



Brano e immagine tratti da “Gorgonzola: Tre secoli della nostra storia” di Giorgio Perego

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