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Le filiere corte

Tutti gli attori della filiera del pane sono vicini tra loro, tutti in un raggio di soli 30 km

 

La filiera corta è un modello di produzione, trasformazione e scambio di prodotti in grado di ravvicinare gli attori dell’offerta e della domanda. Vengono ridotti i passaggi intermedi e le distanze che il cibo percorre durante il trasporto. Anche i consumatori rivestono un ruolo attivo di conoscenza e di partecipazione del processo produttivo.


Da qualche anno si assiste ad un progressivo allontanamento dei consumatori dagli alimenti industriali standardizzati, a vantaggio di produzioni alimentari più peculiari.

La filiera corta è una delle risposte più coerenti a questo fenomeno: assicura la tracciabilità dei prodotti e la conformità delle pratiche di produzione a nuovi standard di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Questo favorisce coesione, trasparenza e fiducia, che determinano molteplici effetti positivi, di tipo ambientale, economico e sociale.

Nella comunità formata dagli attori della filiera, compresi i consumatori, vengono creati o riscoperti norme, usi e tradizioni che concorrono a definire l’identità della comunità stessa e quindi del territorio: vengono mantenute delle tipicità e create di nuove.

Economicamente, rendono i piccoli agricoltori capaci di sostenersi perché si slegano dal mercato globalizzato, che rende spesso insostenibili le piccole produzioni peculiari.


Un importante vantaggio delle reti alimentari corte è la riduzione delle intermediazioni e quindi delle occasioni in cui possono verificarsi eccedenze e sprechi. I consumatori, che acquistano da filiere corte, tendono a sviluppare una maggior consapevolezza dei processi alimentari e ad assegnano un maggiore valore al cibo; sprecano mediamente il 90% in meno di alimenti rispetto ai consumatori soliti a rifornirsi presso i canali convenzionali.


Per questo, il 21 novembre 2018 è stato firmato un accordo, tra FAO e Coldiretti, per promuovere il modello agricolo di filiera corta e di vendita diretta (ad esempio valorizzando e diffondendo sullo scenario globale l’esempio virtuoso dei mercati contadini di Coldiretti). Lo scopo è anche quello di ridurre lo spreco alimentare, attualmente pari ad 1/3 del cibo prodotto globalmente, attraverso il raccorciamento delle filiere agroalimentari, incrementando la sicurezza alimentare.

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