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Febbraio 2022

Aggiornamento: 17 feb 2022

Quando parliamo di noi ci definiamo un piccolo gruppo che ha l’ambizione di promuovere l’economia territoriale legata al cibo di prossimità, cercando di rendere efficaci e sostenibili le nostre proposte attraverso una comunicazione attenta e l’animazione di piccole filiere locali.


Ci rendiamo conto della lentezza con cui ci muoviamo, che in parte è dovuta al distanziamento a cui siamo sottoposti a causa dell’emergenza sanitaria che penalizza chi, come noi, ha l’aspirazione di non proporre la vendita di un prodotto, ma creare la partecipazione ad un progetto collettivo.


Notiamo anche che si fatica a cambiare marcia, a pensare più ad una politica che coinvolga realmente il territorio e lo renda partecipe (già questo porterebbe ad una trasformazione importante). Le opportunità non mancano, al di là delle politiche sul cibo, ci sarebbero quelle legate all’energia, tema attualissimo e campo in cui, attraverso le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo, si possono impostare pratiche di governance realmente territoriali. Ma le istituzioni, che potrebbero facilitare questi aspetti, di fatto rimangono distanti, ancorate a modalità e azioni che dovrebbero essere ormai superate.


Ci dicono che si sta andando verso il superamento della fase critica pandemica, ci stiamo quindi lasciando alle spalle due anni di estrema difficoltà che, a ben vedere, non ci hanno insegnato nulla. Avremmo dovuto cogliere questa emergenza come opportunità per un cambiamento di rotta. Ma ormai siamo solo in attesa dei soldi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che verranno spesi utilizzando le solite modalità. D’altra parte troviamo difficile, da parte delle istituzione, cambiare rotta senza aver prima preparato il terreno, aver provato ad abbozzare una strada, un dialogo con e sul territorio.


Premesso questo… proviamo a ricostruire il lavoro degli ultimi mesi e a illustrare cosa siamo in grado di proporre a breve (parlando, appunto, dal nostro piccolo).


Negli ultimi tempi l’impegno maggiore è stato legato alla costruzione di una Comunità del Cibo della Martesana. Attraverso la rete ESM (Economia Solidale della Martesana) si è riusciti ad avviare un censimento che ha portato a costruire un primo nucleo della nascente comunità, composto da 32 realtà: 10 aziende agricole, 12 Gruppi di Acquisto Solidale, 10 Associazioni e per darne visibilità è stata predisposta una mappa costruita con un programma open source: uMap. Dalla mappa si può individuare dove, geograficamente, si trova ogni singola realtà e, selezionandola, compare una scheda di presentazione.


Questo lavoro di censimento e mappatura ci ha permesso di raccogliere molti dati, alcuni presenti nelle schede inserite nella mappa stessa, altri saranno utilizzati per contestualizzare questo percorso come, ad esempio, la tipologia, la quantità e la qualità delle produzioni agricole.


La mappa la si potrà trovare nel sito di Ecomuseo Martesana, dove verrà predisposta una sezione legata al contesto ESM e al progetto legato alla Comunità del Cibo della Martesana.


Per il momento la potete scoprire qui e per partecipare al percorso o aderire alla comunità il contatto di riferimento è: esmartesana@gmail.com, oppure compilando semplicemente le schede di mappatura delle realtà territoriali che trovate qui.

Attorno alla comunità è iniziato anche un lavoro di collaborazione attraverso degli incontri diretti tra le varie entità. A gennaio si pensava di lavorare su due obiettivi:

1 – cercare un’intesa e una collaborazione più sinergica tra le attività produttive che compongono la comunità e il consumo organizzato;

2 - proporre nello spaccio delle aziende agricole, appartenenti alla comunità del cibo, prodotti di altre realtà inserite nella comunità.


Gli incontri sono stati posticipati a causa della situazione sanitaria, ma a breve si riprenderà il percorso interrotto su queste e altre tematiche.


Per quanto riguarda invece la filiera di frumento tenero da popolazione evolutiva: in questi mesi abbiamo cercato di mantenere attiva l’attenzione e provato ad allargare l’impegno verso il progetto.


Abbiamo individuato dei luoghi dove proporre i nostri prodotti: la farina da 1 kg la si può trovare sia da Chicchi e Pasticci che, a partire da questo febbraio 2022, ogni sabato al “Buon Mercato” in Cascina Pagnana a Gorgonzola. Se a qualcuno interessa l’acquisto del sacchetto da 5 kg o qualche professionista provare la farina di grano evolutivo chiedendoci un sacco da 25kg, ci scriva alla mail gorgo.zolla@gmail.com.


Nel frattempo abbiamo anche proposto dei corsi di panificazione domestica, tenuti da Emilio Biffi in collaborazione con Pro Loco Gorgonzola. I corsi sono stati molto partecipati e contiamo di replicarli ad aprile quando (anche per decreto) si chiuderà l'emergenza sanitaria e ci sentiremo più liberi.


A novembre abbiamo raccontato come panifica con la farina del progetto GorgoZolla, Simone Motta, prossimamente conosceremo più da vicino Chicchi & Pasticci (via Pertini a Gorgonzola, tutti i lunedì trovate il pane con la nostra farina) e Roberto di Dolci & Sapori (via Colombo a Gorgonzola, il martedì panifica con la farina del Progetto GorgoZolla).


Lo scorso autunno abbiamo anche analizzato le farine dell’ultimo raccolto (luglio 2021). Le analisi sono molto simili a quelle effettuate l’anno precedente. Abbiamo appurato l’assenza completa di micotossine: la biodiversità in campo aiuta tantissimo questo aspetto, e per quanto concerne le caratteristiche della farina, dalle analisi si evidenzia che la forza (W) rimane bassa, le proteine e l’elasticità sono migliori dello scorso anno. Abbiamo notato anche una migliore pianificabilità con questi parametri rispetto alla produzione di farina dell’anno precedente. La farina sarà a disposizione dalla prossima molitura.


Ad inizio febbraio abbiamo ultimato il nostro primo raccolto (giugno 2020) trasformando quasi 36 q.li di granella in circa 30 q.li di farina.


Abbiamo deciso di mantenere i prezzi dei prodotti invariati, in sostanza le due annate agricole: 2019-2020 e 2020-2021, sono state molto simili, le lavorazioni sono state pressoché identiche con costi simili.

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